Pitali sul Parlamento
Guardando distrattamente il premier Conte annaspare dietro roboanti frasoni da Casalino, la mente rifuggiva alla bonanima di Guido Keller e al suo gesto vecchio di cent'anni, ma oggi più attuale di allora.
Già. Mentre l'ex avvocado del bobolo piroettava attorno al cadavere dell'arte oratoria, immaginavo il piacere di gettare dall'alto di un biplano uno smaltato vaso da notte, lasciando in esergo al gesto la stessa parola ammonitrice dell'asso fiumano:
"Al Parlamento e al Governo che si regge con la menzogna e la paura, la tangibilità allegorica del Loro valore".
Chiusa la parentesi aviatorio-reducistica, vorremmo sommessamente rivolgere un interrogativo: a cosa serve il Parlamento?
Risposta: a niente. La democrazia parlamentare è una farsa, in cui marionette sceme giocano a esercitare un potere che in realtà sta altrove e in ben altre mani. Del resto, l'istituzione parlamentare risale all'epoca d'oro del liberalismo borghese, quando era sacro e santo avere un organo rappresentativo di classe che escludesse la stragrande maggioranza del Paese. La famosa divisione tra paese reale e paese legale, plastica dimostrazione di come il liberalismo non sia democrazia.
Ma che rapporto esiste tra Parlamento e democrazia? Può la rappresentanza delegata essere uno strumento in grado di agire in senso sostanziale, applicando alla teoria degli immortali principi la prassi della giustizia sociale?
Noi non crediamo alla neutralità delle cose umane. Il parlamentarismo, ossia la forma politica esemplificata nel trasformismo, non agisce che per conto della classe dominante contro i dominati.
Solo lo sforzo cosciente dei partiti di classe ha potuto, per un breve lasso di tempo, tentare di rendere progressiva una istituzione che è profondamente reazionaria. Sono i partiti di massa, ideologicamente organizzati e sostenuti da moltitudini omogenee, a muovere in senso rivoluzionario il corpo morto dello Stato borghese.
Distrutti i partiti, demolite le ideologie, noi ci troviamo in presenza di un relitto storico, un museo delle cere in cui le ombre di Depretis si agitano nelle sembianze gieffine di Conte e Casalino.
La centralità di un Parlamento senza partiti di massa- quindi senza rappresentanza organica della Nazione- è solo una maschera ipocrita per nascondere il dominio di classe che è l'essenza del liberalismo.
Troviamo dunque un Bleriot, compagni, e un bel pitale smaltato. Di questo Parlamento possiamo tranquillamente fare a meno.
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